L’alluce valgo è una patologia comunissima e consiste nell’allontanamento della testa del primo metatarso dalle altre.
In parole povere l’alluce valgo è una deformazione del primo dito del piede. Esso infatti invece di rimanere dritto e seguire la direzione delle altre dita, comincia a storcersi, piegandosi verso l’esterno del piede, talvolta andando ad accavallarsi con le altre dita.
Nel gergo popolare c’è chi chiama con il termine “patata” o “cipolla” la protuberanza che si forma internamente, in corrispondenza dell’inizio della deviazione dell’alluce. In realtà quel rigonfiamento è semplicemente dato dalla rotazione ossea e dalla tumefazione dell’articolazione del primo dito.
Si crea infatti una borsite che aumentando di volume inizia a battere sempre più sul bordo interno delle calzature, andando ad aumentare il dolore in modo esponenziale.
Quando i sintomi dell’alluce valgo compaiono, possono includere:
- Dolore nella zona interessata, anche a riposo;
- Arrossamento, intorpidimento e gonfiore;
- Ispessimento della pelle, che appare dura e callosa;
- Modifiche alla forma complessiva del piede;
- Difficoltà a camminare (a causa del dolore).
Senza calcolare poi i danni indiretti, ovvero la possibile formazione di dita a martello con ipercheratosi superiore e l’insorgenza di metatarsalgia da appiattimento dell’arco metatarsale, causate appunto dall’allontanamento della testa del primo metatarso.
La causa dell’insorgere di questa patologia è quasi sempre genetica e colpisce quasi sempre le persone di sesso femminile. L’ereditarietà in realtà non è un’ereditarietà della deviazione vera e propria, ma una ereditarietà della lassità legamentosa che favorisce la formazione dell’alluce valgo stesso.
I NOSTRI CONSIGLI PER STARE MEGLIO
- LE CALZATURE
Sicuramente la prima cosa da fare per stare meglio è scegliere con oculatezza le calzature da indossare. Bisogna stare attenti ad alcune cose:
– Forma della calzatura. Una calzatura è idonea quanto più la pianta è comoda, meglio se a punta larga e con una buona capienza. Scarpe a pianta stretta che finiscono a punta sono sicuramente più belle da vedere, ma creano un velocissimo acceleramento della patologia.
– Materiale di fabbricazione e presenza di cuciture nella parte interna della scarpa, in prossimità della protuberanza ossea. Perchè scarpe prive di cuciture in quel punto e fatte con pelli morbide o addirittura elastiche danno un contributo enorme durante la giornata. Meno frizioni si hanno tra il metatarso e la calzatura e meno la protuberanza tenderà ad arrossare e gonfiarsi.
– Altezza del tacco. L’ideale è avere un tacco di altezza compresa tra i 2 e i 4 centimetri. Eccedere causerebbe un deleterio aumento della pressione nella parte anteriore del piede. Scendere sotto i 2 invece non aiuterebbe ugualmente, in quanto si andrebbe a favorire il valgismo del retropiede che è una delle cause dell’avanzare della patologia.
– Rigidità al tallone. Una calzatura con un forte rigido (il forte è il materiale di rinforzo che viene messo tra la pelle e la fodera all’altezza del tallone in una scarpa) può contenere meglio il valgismo del retropiede e quindi la tendenza della caviglia a viziarsi verso l’interno, dimostrandosi utile alla causa.
- LE ORTESI DIURNE E NOTTURNE
– Divaricatore notturno. Ne esistono di vari tipi, dai più rigidi in plastica ai più morbidi in tessuto elastico. Sono sicuramente le ortesi più fastidiose in quanto si utilizzano di notte e come un apparecchio per i denti tendono a portare l’alluce in ipercorrezione. Se portate con costanza e impegno possono bloccare l’incedere della patologia e dare molto giovamento alla situazione generale.
– Plantari ortopedici. Se abbinati a calzature idonee possono contribuire al blocco del peggioramento dell’alluce valgo andando a spingere in sede retrocapitata per cercare di costringere le dita del piede ad aprirsi e stimolare quindi un movimento “correttivo”.
– Divaricatori diurni. Separadita in tessuto, spugna o silicone, di diverse forme e dimensioni, inseriti tra l’alluce e il secondo dito, prima di calzare le scarpe, possono tenere il dito in posizione, ma risultano inefficaci se inseriti in calzature non idonee a pianta stretta perchè è sempre la scarpa a vincere sul divaricatore.
Tutti questi suggerimenti, uniti ove necessario a terapie fisioterapiche, esercizi specifici ed eventuali terapie farmacologiche antinfiammatorie e antidolorifiche, possono aiutare a scongiurare l’intervento chirurgico o almeno a ritardarlo quanto più possibile per evitare le recidive.
L’intervento chirurgico è infatti l’unico strumento in grado di correggere realmente l’alluce valgo, ma ovviamente non è consigliato in giovane età in quanto nel tempo il problema potrebbe ripresentarsi.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento non esitate a contattarci ai nostri recapiti o commentando l’articolo o sulla nostra pagina facebook.
T.O. Valerio Iovino
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