La regione rassicura gli assistiti del CPO

Nessuna chiusura per il Cpo di Ostia, il centro per la cura delle lesioni del midollo spinale nato cinquanta anni fa. A seguito delle voci che si erano diffuse sulla presunta chiusura di un piano di degenza del presidio di viale Vega, era scattata la mobilitazione dei pazienti che ieri mattina si sono incatenati e poi hanno bloccato la strada. A sostenere la protesta Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, e Casapound.
REGIONE LAZIO – La Regione in una nota dichiara “Si precisa che al Cpo di Ostia non è prevista alcuna chiusura. Con il decreto 171 del 17 maggio 2016 sono infatti già state assegnate le deroghe alla Asl Roma 3. L’azienda sanitaria sta procedendo al reclutamento del personale secondo la normativa prevista dalla legge. La Regione Lazio intende monitorare affinché questo avvenga nel più breve tempo possibile”.
LA DELIBERA 171 – In base alla delibera 171 del 16 maggio scorso, firmata dal commissario ad acta della Regione Lazio, saranno assunti 9 dirigenti medici, 1 dirigente Spta, e 45 unità di comparto tra cui 20 infermieri, 15 oss, 4 tecnici di radiologia, 4 fisioterapisti e 2 tecnici della prevenzione, così come reso noto nei giorni scorsi da M. De Luca, responsabile sanità Fp Cgil Roma Lazio.
FRANCESCO STORACE – “Le chiacchiere della Regione stanno a zero. Se non ci fosse stata la protesta dei malati, non ci sarebbe stato il tardivo annuncio di una vigilanza su una Asl che sta depauperando il Cpo di Ostia. Quella struttura io l’ho riaperta e Zingaretti eviti di chiuderla con l’incuria e l’abbandono. Saremo noi a vigilare sulle loro promesse di cartone”, ha commentato in una nota Francesco Storace.
EUGENIO BELLOMO – “In merito al Cpo”, dichiara Rm3,Eugenio Bellomo, coordinatore Cgil Fp Asl Rm3 “il sostegno di Storace e Casapound alla protesta, rientrata subito dopo il comunicato della Regione Lazio sulle previsioni di assunzione nella Asl Roma 3, fa un po’ sorridere visto che il decreto 171, firmato il 16 maggio, è antecedente alla protesta di ieri, 30 maggio, e che le organizzazioni sindacali, tra cui la Uil Fp Asl Rm3 che ha lanciato l’allarme chiusura di un piano di degenza per mancanza di personale, ne avevano dato l’annuncio con tempestività. Come dire”, prosegue, “si lancia un allarme e ci si vanta per la soluzione, anche se questa è precedente all’allarme”.

“La Uil ha partecipato all’occupazione della direzione generale della Asl ma, a quanto pare, c’è una componente che forse aveva bisogno di un’azione eclatante. “Per quanto riguarda le assunzioni in deroga ad oggi la Asl ha inviato i telegrammi per conoscere la disponibilità degli idonei nelle graduatorie esistenti, ma al momento non mi risulta ci siano state risposte: la legge dice infatti che bisogna utilizzare tali graduatorie ed è quello che sta facendo la Asl. Si deve procedere scorrendo le graduatorie e gli interpellati hanno 30 giorni per rifiutare. Se corretti lo fanno in tempi brevi in modo da permettere ulteriore scorrimento, ma purtroppo non tutti hanno questa sensibilità”, spiega: “per gli oss credo non ci siano graduatorie cui attingere e quindi si dovrà provvedere attraverso la mobilità nazionale”.

 FONTE Corriere di Roma
Cosa ne pensate?