Oggi voglio parlarti del piede piatto nel bambino; questa condizione è fisiologica di tutti i piccoli fino ai 4-5 anni, ma dopo una certa età si trasforma in patologia. Che cos’è di preciso il piede piatto?
Il piede piatto è, sicuramente, il motivo più frequente di visita ortopedica nei bambini. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi, si tratta di una condizione benigna che, comunque, non va sottovalutata in quanto vanno escluse patologie più gravi.
Questo tipo di paramorfismo si caratterizza per la riduzione o la scomparsa della volta plantare longitudinale, che in base all’entità, distinguiamo in quattro gradi di gravità.
Piede piatto nel bambino: cosa è e come trattarlo
Da cosa è causato il piede piatto?
La causa di questa deformità risiede in un anomalo rapporto, durante il carico, tra le due ossa del retro piede, astragalo e calcagno. In particolare, l’astragalo tende a scivolare sul calcagno verso la parte interna del piede e il calcagno ad inclinarsi verso l’esterno (pronazione); tale deformità comporta anche modificazioni posturali all’avampiede (supinazioni) e all’arto inferiore, oltre a modificare l’impronta plantare (aumento dell’appoggio al medio piede).
Fino a 4-5 anni di età, non c’è da preoccuparsi, in quanto il piede del bambino è fisiologicamente piatto, poi subisce un processo di maturazione progressiva che porta alla formazione della volta plantare che si completa intorno ai 12-13 anni.
Due forme cliniche di piede piatto
Adesso analizziamo insieme le due forme cliniche di piede piatto infantile: il flessibile e il rigido.
Il piede piatto flessibile è il più comune (oltre 95% dei casi) e spesso è associato a lassità articolare generalizzata e ad altri disturbi posturali
Il piede piatto rigido é molto più raro, ma più grave. Questa patologia è caratterizzata da rigidità e dolore del piede ed è associata ad anomalie scheletriche congenite del retropiede; tale deformità non è correggibile manualmente, nemmeno in anestesia.
Per la diagnosi di questa patologia è importante una valutazione clinica precoce del bambino, sia in condizioni statiche, che dinamiche.
In cosa consiste l’esame clinico?
Il primo step è l’esame baropodometrico, che aiuterà il pediatra o lo specialista nella valutazione clinica per stabilire al meglio l’iter da seguire. Tramite una pedana computerizzata si capirà come il peso del corpo si scarica sulle piante dei piedi del bambino e si valuterà tutto in maniera precisa.
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L’esame clinico successivo (effettuato dal pediatra e, dove necessario, dall’ortopedico) permette di valutare l’entità del piattismo, se è rigido o manualmente correggibile, se è mono o bilaterale, se sono presenti altre alterazioni posturali a carico dell’apparato locomotore (dismetria degli arti, ginocchia vare o valghe, iperlassità, obliquità di bacino, antiversione delle anche, cifosi dorsale).
Successivamente, il pediatra si prenderà cura del tuo bambino con diversi controlli nel tempo, per vedere se la deformità tende a migliorare o meno.
Ti ricordo che il piede piatto flessibile tende a ridursi fuori carico se, cioè, il bambino si metterà in punta di piedi o se fletterà dorsalmente l’alluce. Dallo studio nel tempo di piedi piatti flessibili è emerso che, in un’alta percentuale di casi, tendono a migliorare con la crescita. Purtroppo nei bambini maschi questa patologia può essere più persistente, così come in quelli in sovrappeso.
Trattamento del piede piatto del bambino
Il trattamento inizialmente è conservativo, sia nella forma flessibile che in quella rigida, e si avvarrà, a seconda del tipo e gravità della patologia, di kinesiterapia (consiste in esercizi per stimolare la muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede, esercizi propriocettivi e di rieducazione del passo, favorendo la coordinazione motoria). Il bambino può effettuare da solo gli esercizi più semplici, dopo poche sedute con il fisioterapista.
Quando è indicato l’uso dei plantari
I plantari sono un’ottima soluzione per le forme più marcate e sintomatiche, perché hanno la funzione di sostenere la volta plantare longitudinale e alcuni modelli possono anche stimolare le terminazioni propriocettive per contrastare la deformità.
Mi raccomando, i plantari devono essere sempre prescritti da uno specialista, in quanto vanno realizzati su misura e indossati in normali calzature comode. L’uso del plantare è indicato soprattutto in coloro che hanno sintomi di piede piatto o che hanno delle difficoltà nel camminare o nel correre. Sono praticamente inutili, invece, nelle calzature ortopediche.
Quando occorre intervenire chirurgicamente?
Se il bambino, all’età di 10-13 anni, ha ancora una deformità importante di (3°-4°) grado di piede piatto flessibile sintomatico, è consigliabile l’intervento di calcanea-stop che mediante l’impianto di una particolare vite tra astragalo e calcagno, o posizionata direttamente nel calcagno o nell’ astragalo, corregge la pianta del piede.
Tale intervento fornisce prima una correzione meccanica ma, successivamente, eliminata la vite, la situazione viene mantenuta, in quanto i muscoli risultano “abituati” alla nuova posizione.
Talvolta, può capitare che alcuni bambini abbiano bisogno di sottoporsi nuovamente a dei piccoli interventi sul tendine tibiale posteriore e sul tendine d’Achille, per ottenere una miglior correzione.
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