Non sempre il bisturi è l’ultima spiaggia delle scoliosi più gravi. Lo conferma un’analisi pubblicata su Spine Journal che promuove lo studio italiano dell’Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) dedicato alle scoliosi idiopatiche oltre i 45 gradi. L’abitudine clinica, fino a questo momento, è stata quella di intervenire chirurgicamente quasi sempre senza dare tempo e modo per verificare l’efficacia del trattamento conservativo. Il riscontro su 28 soggetti in base che hanno rifiutato l’intervento ha permesso di stabilire che grazie al corsetto il 71% dei pazienti gravi ha avuto un miglioramento di almeno 5 gradi Cobb, che in alcuni casi è salito oltre i 15 gradi o addirittura 20 gradi Cobb.
“Nel corso della review – spiega Stefano Negrini, direttore scientifico di Isico – non sono emersi problemi metodologici”, mentre l’esame scientifico dei dati “ha solo confermato la necessità, essendo questo uno studio retrospettivo, di procedere a uno studio prospettico – dice Negrini – per sapere quanti pazienti possono evitare l’intervento chirurgico con il trattamento ortesico”.
“Lo studio retrospettivo ha considerato tutti i pazienti che hanno terminato il trattamento dal settembre 2003 al dicembre 2009 – spiega ancora Negrini, – del totale di 1500 pazienti con scoliosi idiopatica giunti a fine cura nel periodo, abbiamo individuato 28 soggetti in base ad una serie di criteri: gradi oltre i 45°, crescita ossea secondo Risser da 0 a 4, età superiore ai 10 anni e categorico rifiuto dell’intervento”.
Dal 2005 è stato adottato per tutti il più efficace e meno invasivo corsetto Sforzesco. Inizialmente si sono prescritte 23 ore al giorno di indossamento, per un intero anno, quindi si è ridotto per la prima volta di un’ora, poi di due ore ogni sei mesi fino al termine della cura.
“Le 23 ore iniziali sono necessarie ad ottenere la massima correzione possibile – conclude l’esperto – poi adottiamo un graduale ‘svezzamento’ dal corsetto con l’obiettivo di mantenere il miglioramento attraverso una diminuzione molto lenta nell’indossamento. Abbiamo verificato che ciò permette un adattamento progressivo del sistema posturale, favorito anche dal trattamento con esercizi”.
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Fonte notizia: salute24
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